Brevi
note
Epidoto e clinozoisite formano una serie continua. L’epidoto differisce dalla clinozoisite solo per il più alto contento in ferro. Una distinzione a vista tra i due minerali basata sul colore (epidoto verde o bruno; clinozoisite rosa, gialla o grigia) è risultata, sulla scorta delle analisi effettuate, non sempre affidabile. Ad esempio i cristalli giallo olio rinvenuti con grossularia in alta Val Sissone sotto la Cima di Rosso, ritenuti tradizionalmente clinozoisite, sono risultati epidoto a composizione quasi stechiometrica. Sembra infatti che il colore dipenda dal contenuto anche minimo in cromo e non da quello in ferro. Nelle fessure delle rodingiti affioranti tra le due lingue del ghiacciaio di Cassandra sono impiantati prismi di epidoto da allungati a tozzi fino a tabulari, ricchi di faccette terminali, di colore giallo verde o verde bottiglia, lunghi anche alcuni centimetri, spesso limpidi ed a viva lucentezza vitrea. Nel circo glaciale tra le Cime di Chiareggio e il Monte Sissone sono accatastati massi anche ciclopici costituiti da calcefri ad epidoto in cristalli di colore verde scuro, spesso geminati, terminati a “tetto di casa”, anche decimetrici, immersi nella calcite spatica o nel quarzo. Altri nitidi cristalli sono stati rinvenuti nelle Anfiboliti del Monte del Forno e nella pietra ollare del Pirlo. Un banco di clinozoisite rosea, compatta, in masse fascicolate o in rari cristalli appiattiti, spesso circa 1 m e lungo 80 m, affiora a S.E. del Passo Tremogge. Da questo materiale, impropriamente chiamato thulite, si possono ricavare oggetti ornamentali di pregio. Buoni campioni sono stati rinvenuti anche in Val Bregaglia Italiana, in Val Codera, in Val Masino e in Val Zebrù.